In un caldo pomeriggio estivo, con l’audacia e l’incoscienza tipiche dell’adolescenza, Valentina ed io ci avventuriamo lungo un viottolo transennato, iniziando una corsa sfrenata per raggiungere gli scogli di torre Saracena e tuffarci nel mare caprese.
Non è la prima volta e non siamo le sole a non rispettare il divieto di transito: per la sua stessa formazione morfologica, il percorso è stato più volte interrotto, nel corso degli anni, ma ciò non è bastato a frenare il flusso degli intrepidi visitatori.
Un lungo serpente che si snoda su un versante roccioso, una strada voluta per assecondare il desiderio del più autorevole magnate dell’acciaio di fine Ottocento, approdato sull’isola azzurra, nel 1898, per godere di quel microclima che gli consente di contenere gli attacchi d’asma di cui soffre.