Una torre, in una viuzza laterale di via Cesare Rosaroll a Napoli, unico baluardo sopravvissuto delle vecchie mura angioine, e un’attigua, immensa e fantastica villa di antichi fasti denominata La Duchesca, di cui non è pervenuta a noi neanche un’immagine iconografica.
Siamo in quello sterminato triangolo che da Porta Capuana, passando per l’omonimo Castello, si intrufola in una serie di meandri che, sfiorando piazza Garibaldi, attraversa tutta la Maddalena fino alla chiesa di San Pietro ad Haram.
Non una semplice costruzione, ma un edificio davvero maestoso, immerso in uno straordinario parco esotico, pieno di fontane zampillanti, giochi d’acqua e terrazzamenti, soprannominato il Giardino delle Ninfe, in perfetto stile rinascimentale, rispettando in tutto la proporzione aurea.
Ferdinando I d’Aragona, detto Ferrante, figlio di Alfonso I, re illuminato e lungimirante, per assicurarsi una pace duratura pensò di combinare il matrimonio tra suo figlio Alfonso e la discendente diretta del Duca di Milano Francesco Sforza, Ippolita Maria.
Nella seconda metà del 1400, per fortificare Napoli, si iniziarono una serie di opere, tra cui l’edificazione di mura possenti e di un enorme varco, denominato Porta Capuana, che dava l’accesso in città a tutti coloro che provenivano dai possedimenti ad Est.