Nei vicoli adiacenti piazza Mercato, vi è una chiesa poco frequentata e altrettanto conosciuta, abbandonata per decenni a cui abbiamo accennato nell’articolo Donna Marianna Dea e Regina indiscussa di Napoli.
Un vecchio cancello ci introduce nella porta laterale dell’unico tempio che rimane, appartenente all’epoca normanna; non è semplice riconoscerlo tanto è soffocato da altri edifici di più recente fattura.
Eretto dai Benedettini in pieno Medioevo, ne conserva tutta l’architettura come unica testimonianza dell’opera romanica riscontrabile nella città. Il XII secolo fu caratterizzato dalle crociate e proprio lì, dove una volta il mare lambiva la terra, esisteva un ospedale, ormai scomparso, con annesso luogo di culto, pronto ad accogliere i cavalieri di Gerusalemme e i pellegrini.
Per accedere alla città era d’uso sostarvi per un periodo non breve, una sorta di quarantena, che serviva a evitare il diffondersi di epidemie. La sua amministrazione veniva interamente espletata dai Cavalieri Templari.
Dedicato a San Giovanni Battista, uno tra i 52 patroni, è stato centro di quel rito a sfondo misterico con richiami esoterico – alchemici, le cui radici sono da ricercare negli antichi culti pagani associati a quelli marini, in cui l’elemento primario era l’acqua, che si espletava proprio nella magica notte del 23 sino all’alba del 24 giugno: la festa di San Giovanni a Mare.
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