Maria Carolina, tra cultura mitteleuropea e intellighenzia napoletana

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Maria Carolina d’Austria, figlia di Francesco I e Maria Teresa, nacque a Vienna nel 1752 e sposò a 16 anni Ferdinando IV, re di Napoli.

Il suo arrivo nella città partenopea apportò un vero e proprio cambiamento nella vita di corte, fino ad influenzare anche le scelte politiche del marito.

Charlotte, vezzeggiativo con cui era chiamata, sorella di sovrani illuminati quali Giuseppe II e Leopoldo II, in virtù dell’educazione ricevuta presso la corte viennese, consapevole degli interessi dinastici del Trono d’Austria, non tollerava la notevole influenza che la Spagna esercitava sul Regno di Napoli.

Lavorò alacremente affinché la corte ruotasse nella sfera politico – sociale della sua Casa Imperiale. Maria Carolina, quindi, incontrò molti ostacoli nel cercare di attuare il suo disegno, non ultimo quello derivante dall’azione politica del Segretario di Stato partenopeo Bernardo Tanucci, vicinissimo a Carlo III di Spagna, padre di Ferdinando IV, noto come il re nasone.

In quest’atmosfera politica, la regina diede grande impulso al sapere e si circondò di intelletti non comuni, che furono l’espressione partenopea della grande cultura europea di quel tempo come Galiani, Filangieri, Genovesi, Giannone, Doria, Pagano. Di grande rilievo, fu altresì, la partecipazione a questo salotto culturale del mondo femminile attraverso donne quali Faustina Pignatelli ed Eleonora Pimentel Fonseca

Molto attenta a quanto succedeva nel Vecchio Continente, consapevole della posizione antimassonica di Carlo III di Spagna, Maria Carolina si rivolse alla Massoneria con particolare simpatia, sicura di averla alleata sulle sue posizioni.

La Libera Muratoria dal canto suo si dimostrò favorevole alle idee della sovrana, tanto è vero che in questo periodo il latomismo visse un momento quanto mai felice attraverso la creazione di nuove logge in tutto il reame, riunendo nella sua struttura sia la parte migliore della nobiltà, sia gli elementi del ceto medio e intellettuale della borghesia.

In questo contesto Tanucci, supportato sempre da Carlo III, fece in modo che Ferdinando IV emanasse un editto reale in cui si proibivano le riunioni massoniche su tutto il territorio; ne derivò l’incarcerazione di sette Liberi Muratori sorpresi in una tornata a Capodimonte, da qui alterne vicende attirarono l’interesse del Gran Maestro di Francia Luigi Filippo II di Borbone-Orléans, duca di Chartres, che intraprese, insieme alla moglie Maria Luisa Penthiévre, Gran Maestra delle logge femminili di Francia, un viaggio per riunire tutti i Fratelli in difesa dei Massoni napoletani sino alla corte di Napoli.

Finalmente, il primo marzo del 1777, questi furono liberati grazie all’influenza esercitata sul re dalla consorte. Questa notizia si diffuse rapidamente Oltralpe per cui cominciarono a pervenire alla regina riconoscimenti e attestati di gratitudine.

Tutto dimostrava che l’era di Tanucci volgeva al tramonto, mentre lo sguardo dei napoletani era rivolto a Maria Carolina d’Austria, tanto è vero che il Ministro della guerra e marina del Regno delle Due Sicilie Pietro Colletta riferendosi a lei affermava che era diventata:

La speranza dei grandi, degli ambiziosi, degli onesti, del popolo.

Alla fine del secolo uno stravolgimento tanto grave, da sovvertire anche le sorti della Massoneria napoletana, avvenne nell’animo della sovrana: lo scoppio della Rivoluzione francese, con la decapitazione dell’amata sorella Maria Antonietta.

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Rosy Guastafierro

Come scrittrice, blogger e viaggiatrice, vivo seguendo il motto della mia vita: essere creativa e trovare la gioia nelle cose che faccio.

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