Laura d’Oriano spia per caso o antifascista?

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Una vita breve, ma intensa: 32 anni vissuti in giro per il mondo e la conoscenza di 5 lingue distinguono questa donna, ignota ai più, protagonista della storia d’Europa e del mondo negli anni della seconda guerra mondiale.

Personalità complessa, quella di Laura d’Oriano, che decide di abbandonare la famiglia, marito e due figlie, abbracciando il pericolo e, infine, la morte per fucilazione il 16 gennaio del 1943 in Italia a Forte Bravetta, unica donna giustiziata per spionaggio da parte del Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato.

Una vicenda che si snocciola con un incredibile intreccio tra la nostra nazione in guerra e l’emigrazione, partendo da Pozzuoli, ridente cittadina di mare, in piena area vulcanica dei Campi Flegrei, compresa all’interno del golfo di Napoli.

Un pescatore di nome Vincenzo, grazie alla sua bella voce, viene ingaggiato sulle navi passeggere di rotta nel Mediterraneo. In Turchia, esattamente a Smirne, incontra una conterranea stabilitasi lì da tempo, Teresa Capponi, che sposa, e con la quale genera otto figli.

Policarpo, il sesto, come i fratelli, viene registrato cittadino puteolano presso il consolato di Izmir; crescendo studia musica, diventando un tastierista apprezzato e richiesto. Nel maggio del 1910 sposa una collega, Aida Caruana, con la quale gira l’Europa, da cui ha cinque figli. Il 27 settembre 1911, a Costantinopoli, nasce Laura.

Per circa 9 anni la famiglia si sposta continuamente in tournée in alberghi di lusso. La madre stessa, donna molto colta e perbene, provvede all’istruzione dei figli, pretendendo che la loro lingua d’origine sia parlata fluentemente, oltre agli altri idiomi dei Paesi in cui si fermano di volta in volta. Verso la fine degli anni 20 decidono di smettere la loro vita di artisti e si ritirano a Marsiglia, dove Policarpo rileva una bottega di strumenti musicali.

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Rosy Guastafierro

Come scrittrice, blogger e viaggiatrice, vivo seguendo il motto della mia vita: essere creativa e trovare la gioia nelle cose che faccio.

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