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Come ogni cosa umana il nostro lavoro è imperfetto, come a volte, imperfetti sono i rapporti che si riescono a stabilire fra l’universo femminile, con la capacità intuitiva ed il sentire cosiddetto lunare, e l’universo maschile, con la razionalità tipica del cammino solare.

Ma siamo tutti perfettamente in accordo nel rilevare le profonde ingiustizie, le persecuzioni, le discriminazioni e gli sfruttamenti che affliggono molto più le donne nel mondo e nella nostra stessa civile e progredita società.

Dalle disquisizioni intorno all’argomento se le donne avessero un’anima, alle discriminazioni sociali generate oggi da una collettività distorta da ideali esclusivamente di carattere economico rispetto a quelli realmente fondamentali per la vita, poco è cambiato ed in poche persone.

Un complesso legislativo ci garantisce parità di diritti, riserva quote di partecipazione e di condivisione scelte ma, dentro di noi, rimangono le stigmate della nostra natura di donne, spose, madri.

Siamo parti distinte di un Uno, eppure sembra che la quella maschile, per sua natura, debba godere di maggiore libertà e capacità speculativa, più diritti effettivi; saremmo uguali se e solo se, rinunciando alla nostra natura di donne e madri, riuscissimo a mascolinizzare le nostre azioni.

In realtà, però, finiremmo per comportarci, in tutte le situazioni, peggio di come potrebbe farlo un uomo e quei lati del nostro io che abbiamo trascurato, dalla femminilità alla maternità ed alla capacità di accompagnare oltre la materia, finirebbero per consumare la nostra anima e con essa l’anima del mondo.

Noi che viviamo nel raffinato e progredito Occidente, siamo quelle che si ritengono fortunate, così come privilegiate si reputano molte che vivono protette contro le barbarie maschili dalle regole dell’Islam, o di tante altre religioni che, solo con i tabù, riescono a frenare quel tratto di violenza che alberga nell’animo maschile e che, se liberato, finisce con lo schiacciare e sopprimere la delicata essenza del femminile, mortificando ed eliminando l’anima femminile. Ma in fondo, non è forse vero che le donne non hanno l’anima?

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Rosy Guastafierro

Come scrittrice, blogger e viaggiatrice, vivo seguendo il motto della mia vita: essere creativa e trovare la gioia nelle cose che faccio.

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