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Il sacro ciclo del sangue, come rilevato in un precedente articolo, ha segnato un momento importante sin dagli albori della società nel tramandare il sapere, ma l’importanza del tributo verginale trova conferma e forza in tutti i miti di fondazione e, per una città come Napoli, questo continua ad ottenere riprova nel mistero del sangue sciolto, che i suoi patroni, Gennaro e Patrizia, ancora oggi rinnovano con cadenza regolare.

Andiamo con ordine: la città viene edificata su un sito abitato da popolazioni autoctone nell’VIII sec. a.C. da un gruppo di coloni greci e, dopo soli trecento anni, subisce una vera e propria neofondazione a causa di una rivoluzione urbanistica. Questa sua articolazione, probabilmente, è il fattore che ha determinato quella grecità di così lunga durata che l’ha caratterizzata, riuscendo a sopravvivere prima alla latinizzazione e poi alla cristianizzazione.

I racconti sulla sua fondazione sono rinvenibili in un intreccio continuo tra mito e storia che ha portato ad una storicizzazione del mito e, contemporaneamente, ad una mitologizzazione della storia a seconda della preminenza di eventi realmente accaduti oppure di quei racconti leggendari che riescono a trasformarsi in eventi storici.

La trama del mito si basa su precisi elementi con struttura elementare, ovvero: la fondatrice straniera, una natura duplice, la parthenia o voto di verginità, la sua morte, l’elevazione a nume patrio e, infine, il suo mausoleo come luogo simbolo della città stessa.

Demetra, piena di indignazione per la sparizione di Kore, muta le sue amiche Partenope, Ligea e Licosia in sirene affinché, librandosi in volo, possano ritrovare la figlia; queste, con la trasformazione, acquisiscono il dono della melodia che ammalia, il linguaggio degli dei. I loro versi, se non uccidono, accrescono la conoscenza, divinità sapienziali con un livello di coscienza che si fonda sull’estasi e la catarsi di cui la musica è un mezzo; l’oracolo, infatti, divina cantando.

Ulisse, legato all’albero della nave, ascolta il loro canto mentre i compagni, con le orecchie piene di cera, vogano senza sosta. Il golfo è avvolto da calma, l’eroe esce indenne dalla loro malia, le sirene, sconfitte, si lasciano morire, aprendo le ali sulle onde del mar Tirreno. Partenope spiaggia sull’isolotto di Megaride, dove verrà poi edificato il Castello dell’Ovo tanto caro a Virgilio.

Rosy Guastafierro Presentazione Libro

Rosy Guastafierro

Come scrittrice, blogger e viaggiatrice, vivo seguendo il motto della mia vita: essere creativa e trovare la gioia nelle cose che faccio.

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