Storie di ombre che, attratte dal fascino irresistibile o da un amore malato, ancora una volta vengono sopraffatte perché l’istinto materno le induce a comprendere, a giustificare e persino a soccorrere colui che si rivelerà il proprio carnefice, con la speranza vana di cambiare un destino ineluttabile.
Un uomo gentile, un buon padre di famiglia, un ragazzo apparentemente tranquillo, nulla lascia presupporre il macabro abuso che segnerà l’epilogo troppe volte già scritto.
Un’eco che non si spegne, ma che risuona ciclicamente riportando, con dovizia, particolari dell’efferata violenza perpetrata su di un corpo inerme, incurante dell’effetto che può scatenare su una madre o un padre appena colpiti dalla scomparsa.
Non bramo porre l’accento sull’ultimo fatto di cronaca, non vi reco ragione della recente tragica fine, né invoco giustizia per la stessa, la mia voce non vuole essere testimone delle troppe violenze, dei tanti vincoli sociali, delle discriminazioni continue che cercano ancora di limitare e sminuire l’antica via umida del Sapere.
Desidero parlare di quelle donne che, rese consapevoli dal percorso Sapienzale e dalla conoscenza della scienza dei Magi, lavorano alacremente affinché l’invisibile ed indistruttibile linea della gnosi non possa essere interrotta da nessuna forza, persecuzione oppure omicidio, oggi come ieri.
Ogni donna sa di avere in sé quella incredibile potenzialità creatrice che da sempre le società che hanno perduto la parola sacra, che hanno smarrito la consonanza con il creato, tentano in ogni modo di controllare, limitare, cassare.
Malgrado ci si adoperi, con ogni sforzo, di mostrare esempi di civiltà evolute che valorizzano la figura femminile, ancora oggi regna solo diffidenza, ostilità, avversione.
Il cammino da percorrere consiste nell’operare continuamente e laboriosamente al perfezionamento ed al raggiungimento di quelle conoscenze filosofiche che devono divenire componente attiva di un’azione morale e sociale ispirata alla tolleranza ed all’amore.
Così per Ipazia, la sua scuola, i suoi insegnamenti non restano confinati nelle aule, ma operano nella vita pubblica, definendone i principi etici, cosa che non può essere sopportata dall’ortodossia imperante.
Non dico che oggi la stessa attitudine intollerante stia prendendo il controllo di ciò che rimane della nostra società, in quanto credo che ogni sforzo deve essere attuato per indurre ad illuminare senza abbagliare, cambiare senza forzare. È tempo, tuttavia, che si risveglino le coscienze sopite in modo che il nostro operare non sia soltanto parole che riempiono l’anima dove restano fino a svanire lentamente.
Ognuno di noi, nel proprio mondo, nella propria vita deve trasferire la forza che gli deriva dalla conoscenza e deve ogni giorno, ogni momento ed in ogni attività della sua giornata concorrere a portare, nella nostra sofferente collettività, quei concetti che da sempre costituiscono la base eterna dell’umanità.
Siamo noi che possiamo concorrere al cambiamento, che possiamo risvegliare quella parte dell’umanità affinché rivolga il suo sguardo all’eterno, che possiamo sentire l’armonia della natura e depennare gli scellerati desideri che stanno divorando intere porzioni del genere umano.
La conoscenza al femminile è quella che più ha sofferto e ancora sopporta una esacerbata discriminazione, attuata quando i fattori economici hanno preso il sopravvento sui principi fondanti di ordine morale delle società: non appena il danaro, la ricchezza ed il potere hanno assunto rilevanza soffocando quei valori che da soli costituiscono gli elementi necessari e sufficienti per la felicità e la sapienza e che vengono tutti dalla via lunare.
Nessuna società o gruppo sociale, comunque organizzato, è stata in grado, né forse ha voluto, cancellare la via sapienziale umida: nascoste ma non silenziose, isolate ma non umiliate, vincolate ma non per questo schiave, le donne hanno continuato, con silente determinazione, a trasmettere gli elementi insiti nella propria essenza. Hanno proseguito nel sostenere il cammino dell’umanità, sgorgando, come limpide sorgenti, quando la concordia lo consentiva e inabissandosi, nei profondi meandri dell’animo, nei lunghi periodi in cui la torrida violenza maschile non permetteva altra presenza che la propria.
Un cammino difficoltoso ed irto di ostacoli, quello di chi vuole perseguire la saggezza e che proprio per tale desiderio si trova inevitabilmente in contrasto con coloro che affermano di possedere la verità. Esclusivi detentori del loro sapere, demonizzano e sopprimono quella libertà di pensiero che è alla base della conoscenza: la fede diviene dogma, la speranza desiderio di affermazione della propria visione del mondo, la carità viene ridotta ad elemosina, a semplice elargizione di beni materiali.
Non dobbiamo sentirci sole in questo impegnativo lavoro, certamente come Ipazia molte sono state e saranno colpite, uccise, cancellate, ma nel nostro cuore si deve sempre più consolidare la coscienza della nostra forza. Il tempo delle parole è compiuto, bisogna riaccendere la fiamma ardente della trasmissione iniziatica del sapere, la medesima forza dell’eterno principio della via lunare che comunque sopravvive ad ogni tentativo di soppressione, in quanto principio primo della vita stessa.
La stessa linea iniziatica che risiede in ogni donna assume in alcune la rilevanza e la forza che consente loro di essere modello, maestre e punto di riferimento per le altre. Saper cogliere e trasmettere il significato recondito di tutto l’universo come manifestazione del principio generatore, pur inserendolo nella specificità culturale del tempo e del luogo, è una peculiarità che si riscontra raramente e i cui effetti si amplificano solo se ad essa si unisce la passione e l’amore verso gli altri.
4 risposte
Articolo superlativo!…
Grazie Nadia come tuo solito sei sempre molto cara.
Piacevolissime letture! Complimenti
Grazie per gli innumerevoli spunti di riflessione. Oggi più che mai, le donne hanno necessità di attingere a tutta la potenza sapienzale che detengono per affrontare le sfide e le difficoltà che la società pone sul loro cammino.