Santa Maria della Fede e il sepolcro di Mary Somerville

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La Vicaria Vecchia, meglio conosciuta come rione Vasto, da una corruzione dell’aggettivo Guasto, deve l’antico nome al tribunale vicereale sito nell’omonima strada che anticamente si chiamava, appunto, via della Vicaria. Il quartiere, insieme a quello di San Lorenzo, rappresenta lo scrigno di Napoli.

Santa Maria della Fede, una piazza un po’ laterale nascosta agli sguardi distratti dei passanti in corso Garibaldi verso piazza Carlo III, nella seconda metà del XVII secolo ospita un convento di Agostiniani trasformato poi, nel 1752, da Maria Amalia di Sassonia, moglie di Carlo III di Borbone, amatissima dal popolo napoletano, in un ospizio per donne senza fissa dimora.

Convertito, anche a causa della zona in cui era situato, da sempre lupanare, in una sorta di ospedale per le donne che avevano contratto la sifilide o altre malattie sessualmente trasmissibili, in seguito chiuso e abbandonato sino a quando, nel 1826, Sir Henry Lushington decide di acquistarlo affinché gli stranieri acattolici residenti in città possano trovare degna sepoltura. In questi 4.000 mq vengono seppelliti uomini illustri in altrettanti mausolei, molti dei quali trasferiti, nel 1893, nella nuova sede presso la zona cimiteriale.

Enorme il giardino, che oscilla tra cura e degrado, accessibile ormai solo da un cancello laterale in via Miraglia, soffocato da alti palazzi anni 60 e un muro di tufo scalcinato. Ritroviamo ancora solo l’obelisco centrale, una cappella neogotica e pochi sepolcri, tra cui quello di Mary Somerville.

Scolpita da Francesco Jerace, seduta su di una sedia, come amava soffermarsi sulla spiaggia di Chiaia per scrivere felice le sue memorie, con lo sguardo perso verso un orizzonte lontano, prima donna nominata, nel 1835, membro dalla Royal Astronomical Society; dopo aver girato il mondo, in visita alle più famose Accademie scientifiche, decide, poco prima dell’Unità d’Italia, che la sua città di adozione fino alla morte sarebbe stata Napoli, per lei la madre di tutte le scienze.

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Rosy Guastafierro

Come scrittrice, blogger e viaggiatrice, vivo seguendo il motto della mia vita: essere creativa e trovare la gioia nelle cose che faccio.

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