Nella cultura celtica i riti erano strettamente legati ai cicli naturali e la sequenza della ruota dell’anno scandiva il trascorrere dei mesi.
Non a caso la sua partenza la ritroviamo a febbraio, poiché, anche se siamo ancora in pieno inverno, nella nera terra i semi iniziano a radicare, gli animali da letargo si risvegliano, nascono i primi vitelli e capretti e le mucche ritornano a riempire le proprie mammelle di latte. Anche nell’area mediterranea questo mese era considerato propiziatorio.
“Februare” in latino significa purificare; in effetti anche i romani offrivano sacrifici alla Dea Februa, in precedenza a Pessinunte, in Frigia, la protettrice, garante della prosperità dei campi, era Cibele, la prima fra gli dei, l’eterna, divinità della Terra, protettrice dei campi e dell’agricoltura.
Madre degli Dei immortali,
Lei prepara un carro veloce, tirato da leoni uccisori di tori:
Lei che maneggia lo scettro sul rinomato bastone,
Lei dai tanti nomi, l’Onorata!
Tu occupasti il Trono Centrale del Cosmo,
e così della Terra, mentre Tu provvedevi a cibi delicati!
Attraverso Te c’è stata portata la razza degli essere immortali e mortali!
Grazie a Te, i fiumi e l’intero mare sono governati!
Vai al banchetto, O Altissima! Deliziante con tamburi, Tamer di tutti,
Savia dei Frigi, Compagna di Kronos, Figlia d’Urano,
l’Antica, Genitrice di Vita, Amante Instancabile,
Gioconda, gratificata con atti di pietà!
Dea generosa dell’Ida, Tu, Madre di Dei,
Che porta la delizia a Dindyma e nelle città turrite
e nei leoni aggiogati in coppie, ora guidami negli anni a venire!
Dea, rendi questo segno benigno!
Cammina accanto a me con il Tuo passo grazioso!
Virgilio Eneide – preghiera di Enea
La vergine senza madre, anticamente con questa formula non si intendeva colei che si asteneva dall’accoppiamento ma chi non era sottoposta all’uomo, partorì il figlio Actis che divenne il suo Paredro. La Magna Mater, amante gelosa, quando Actis s’innamorò di una ninfa, scoperto l’affronto, per vendicarsi, lo fece impazzire tanto che nel furore si evirò. Così divenne il dio della vegetazione che ogni anno muore e resuscita, il suo sangue bagnando la terra fece spuntare le viole.
Nel cerimoniale a lei dedicato la dea era il personaggio principale, mentre i sacerdoti e il figlio secondari; il rito prevedeva che gli officianti, in abiti vistosamente femminili, al suono di musiche ossessive e assordanti, cadessero in estasi orgiastica, tanto da arrivare ad evirarsi con pietre appuntite.