La Basilica di San Lorenzo Maggiore a Napoli, sin dalla sua realizzazione, ha assunto un ruolo centrale nella vita della città.
In effetti questo complesso è situato nel cuore della parte antica, che costituiva l’agorà greca, trasformata, poi, nel foro romano, divenendo un esempio unico di stratificazione architettonica.
In questa preciso perimetro, il Vescovo Giovanni II, nel VI sec. d. C., fece innalzare una chiesa dedicata, appunto, al Santo di cui porta il nome, che, agli inizi del 1234, fu affidata all’ordine dei padri francescani.
Carlo I d’Angiò nella seconda metà del secolo decise di abbattere gran parte dell’edificio paleocristiano. Sembrerebbe quasi che gli Angioini avessero il misterioso intento di voler in qualche modo celare il passato, se non addirittura cancellarlo.
Inizialmente fu costruita la Basilica con annesso monastero, realizzata seguendo pedissequamente i canoni dello stile gotico francese. Il nome dell’architetto che l’ha realizzata non è stato tramandato, ma possiamo sicuramente affermare che la conca dell’abside poligonale, insieme alle volte a crociera, rappresentano un unicum in tutta Italia.
La pianta è a croce latina, entrando lo sguardo viene subito attratto da questa maestosità, malgrado gli ottanta metri di navata centrale, dove si percepisce chiaramente la fattura di maestranze italiane intervenute a distanza di quasi un secolo, spronate da Carlo II d’Angiò. Oltre alla centrale ne troviamo altre due laterali contenenti otto cappelle ciascuna.