Nella parte estrema ad ovest del golfo di Napoli, nella zona dei Campi Flegrei, vi è un sito archeologico per lo più celato dal mare, ma che lascia intravedere le sue antiche rovine su tutta la costa, riuscendo ad elevare alla massima potenza le bellezze naturali che già la caratterizzano.
Qui, nel III secolo a.C., i greci posero il loro primo insediamento cercando, ed in parte riuscendoci, di trasferire la loro cultura in una terra che ribattezzarono Magna Grecia.
Nel I secolo a. C. divenne molto ambita per la presenza poco distante della Classis Misenensis, la flotta istituita dall’imperatore Ottaviano Augusto. Furono costruite sontuose ville che, grazie alla vicinanza dello splendido mare, erano dotate di vasche per l’allevamento di murene.
Nel seguire il tratto di costa ci imbattiamo in una deliziosa piccola conca, che altro non è che il bordo di un vulcano in parte sprofondato: Baia.
I greci la battezzarono Philopolis, poiché la sua fondazione era stata consacrata alla Dea Venere; in seguito, i romani ne fecero la loro residenza estiva per il clima e le acque calde e fredde, che consentivano la cura del corpo.
La leggenda racconta che il nome a noi arrivato è dovuto al nocchiere di Ulisse, Bajos, che fu sepolto su questo litorale, ma, se guardiamo alla sua radice latina, ci accorgiamo che potrebbe essere un vezzeggiativo di Balineae, ovvero bagni pubblici. Qui si adagiava il porticciolo civile riservato ai patrizi, commercianti e politici, che soggiornavano su queste sponde.