La Madonna di Piedigrotta e la sua festa: da profana a sacra

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Se i nomi non vengono mai dati a caso, nasce spontaneo porsi qualche interrogativo sulla sua denominazione, che risulta dalla composizione dei due termini piedi e grotta.

Nel corso dei secoli, numerose civiltà hanno attribuito alla parte terminale degli arti inferiori notevole importanza, in quanto elementi di contatto costante con la terra, la madre che, adeguatamente fecondata, offre i suoi frutti per consentire il perpetuarsi della vita.

È l’impronta del proprio piede che Proserpina lascia su questa terra prima di scendere nell’Ade, con il duplice scopo di fecondare e di ricordare all’uomo la sequenza nascita, morte, rinascita su cui si struttura il ciclo della vita iniziatica.

Così la sirena Partenope posa i suoi artigli sull’arenile di Mergellina, prima di spiaggiare a Megaride, deve morire per prolificare quella terra e partorire un popolo.

Nella stessa zona c’è la Crypta Neapolitana, la grande galleria di collegamento tra Neapolis e Puteoli, dove si intrecciano miti e leggende a partire dalla notte dei tempi. Qui Virgilio, spirito protettore della città, secondo la tradizione popolare, vuole la sua tomba, edificata inizialmente seguendo le linee di una calzatura.

Il luogo, già considerato sacro, è tempio dedicato ai riti Dionisiaci minori, dal forte carattere erotico, veri e propri baccanali in onore di Priapo, aboliti ufficialmente a partire dal 186 a.C. in quanto troppo spesso degenerati in violente risse.

In ogni caso, anche se in forma clandestina, la tradizione non si spegne, anzi, si mantiene, fortificata dall’incredibile trasformazione in devozione a quella Madonna che, nel tentativo disperato di aiutare i pescatori del luogo, travolti da una tempesta spaventosa, come Cenerentola, perde la sua scarpina, su quella stessa spiaggia che, secoli prima, aveva accolto la bella sirena.

È Boccaccio a riferirci sulla particolare considerazione dei napoletani verso la Madonna de Pede rotto perché ritenuta garante dei giuramenti e soccorritrice nelle disgrazie. Secondo la tradizione popolare, la statua lignea ritrovata nella cavità, attribuita a Tino da Camaino, aveva una sola calzata, particolare di potente valenza simbolica.

Infatti, chi osserva la realtà con lo sguardo indagatore dello studioso di esoterismo non può tralasciare di ricordare che il monosandalismo affonda le sue radici nel rapporto tra il mondo dei vivi e quello dei morti e, nei riti di passaggio, indica il cambiamento a cui si perviene con la morte simbolica, che proietta verso una nuova fase della vita.

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Rosy Guastafierro

Come scrittrice, blogger e viaggiatrice, vivo seguendo il motto della mia vita: essere creativa e trovare la gioia nelle cose che faccio.

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