Eumachia: la sacerdotessa imprenditrice a Pompei

Eumachia-la sacerdotessa imprenditrice a Pompei eumachia

Mentre siamo intenti a percorrere via dell’Abbondanza, selciato segnato dal trascorrere dei secoli negli scavi di Pompei, arriviamo al portico della Concordia Augusta, fatto costruire da Eumachia, sacerdotessa di Venere e protettrice dei lavandai.

Un edificio imponente e molto elegante, contornato da un porticato interno adornato da statue, tra le quali quella della bella e ricca signora, come si evince dal monumento stesso; il suo aspetto mostra dolcezza e dignità nella semplicità della mancanza di gioielli, mentre il suo status viene espresso dal particolare colore dei capelli, la morbidezza del peplo e i piedi nudi.

Si tratta di una copia, poiché l’originale è custodita nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli, MANN.

A cosa potesse esattamente servire questa struttura non si sa con certezza, l’ipotesi più attendibile l’attribuisce al mercato della lana, con adiacente la sede della corporazione dei fullones, come venivano chiamati i lavandai dell’epoca.

Questo venne totalmente sepolto da lapilli e cenere nel 79, dall’eruzione del Vesuvio, anche se nella precedente del 62, subì gravi danni, tanto è vero che si sono ritrovati visibili segni di ristrutturazione.

La data della sua costruzione non è sicura, poiché alcuni archeologi la collocano intorno al 22, mentre altri, a causa della sua somiglianza al Foro di Augusto di Roma, la inquadrano temporalmente nel 7 a.C..

Era dedicato a Livia, madre di Tiberio, come denota una scritta rinvenuta su di un architrave laterale che recita:

Eumachia Luci filia sacerdos publica nomine,
suo et Marci Numistri Frontonis fili chalcidicum,
cryptam, porticum Concordiae Augustae Pietati,
sua pequnia fecit eademque dedicavit.

Che si traduce in:

Eumachia figlia di Lucius sacerdotessa pubblica,
a nome suo e del figlio Marcus Numistrius Fronto,
costruì a sue spese il vestibolo, la galleria coperta e i portici:
ella stessa li dedicò alla Concordia e alla Pietas Augusta 

Questa frase sottolinea quanto avesse a cuore la carriera politica del figlio, Marco Numistro Frontone, per cui ritenne, probabilmente, di ingraziarsi i favori della famiglia imperiale mostrando, in tal modo, la sua devozione.

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Rosy Guastafierro

Come scrittrice, blogger e viaggiatrice, vivo seguendo il motto della mia vita: essere creativa e trovare la gioia nelle cose che faccio.

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