Se è vero che ciascuno è artefice del proprio destino, è pur vero, a volte, che il sentiero della nostra esistenza sembra tracciato in modo tale da indirizzarci in una direzione univoca.
Situazioni oggettive e scelte personali si combinano in modo tale da determinare le vite dei singoli. Anche io non sono sfuggita a tale regola e, così, un giorno, mi sono trovata a fare da guida ad un gruppo di americani in visita agli scavi di Pompei.
Porta Marina ci introduce in questo déjà-vu senza tempo. Il tempio di Venere ci attende con una vista incantevole per poi passare attraverso vari edifici come quelli municipali o di Eumachia la bella Sacerdotessa imprenditrice per giungere al Foro con la sua mensa, i granai, i bagni pubblici, il Tempio di Giove e, un po’ più in là, il Macellum.
Ci incamminiamo verso Porta Ercolano passando per la casa di Fabio Rufo e quella di Sallustio, una breve sosta alla Domus di Diomede e, continuando su via dei sepolcri, giungiamo alla Villa suburbana più famosa di tutta l’aria vesuviana.