Il borgo marinaro di Santa Lucia a Napoli prende il nome dall’omonima chiesa; anticamente, però, i greci lo indicavano come il piccolo emporio portuale di Faliero.
Qui il generale romano Lucio Licinio Lucullo decise di costruire la sua sontuosa villa, Oppidum Lucullianum, dove venivano ospitati o forzatamente rinchiusi gli imperatori come Romolo Augusto.
Il lembo di terra a cui ci stiamo riferendo, a ridosso del mare, l’attuale Pallonetto Santa Lucia, divenne la naturale dimora di tutti i pescatori. La sua favorevole posizione fu motivo di ampliamento verso l’arenile con la costruzione di eleganti palazzi, dimore ambite sia dall’aristocrazia che dai ricchi turisti che sceglievano la città come meta, soprattutto nel periodo del Grand Tour.
L’odierna Basilica, sfiorata dal mare, ha origini molto antiche. Si narra che fu costruita da una nipote dell’imperatore Costantino, la quale, folgorata dalla vita della martire, ne importò il culto nel 330 d.C., come dall’antica lapide affissa sull’ingresso dell’edificio bombardato nel 1943. Giovane nobile siracusana, Lucia decise di rinunciare ai suoi beni e al matrimonio per consacrarsi a Cristo.
Si racconta che durante la persecuzione voluta da Diocleziano contro coloro che avevano scelto di convertirsi alla nuova religione, la giovane scendesse nelle catacombe, dove si rifugiavano i cristiani, per portare loro del cibo. Affinché potesse avere entrambe le mani libere, si poneva sul capo una corolla con candele accese per far luce sul percorso.