Una colonia e la sua cultura: Napoli e gli Alessandrini

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Una delle caratteristiche di Napoli è quella di essere ricoperta di veli che ne ammantano e custodiscono i misteri stratificati nei secoli come poche città al mondo.

L’identità di una città e del suo popolo si racchiude nel racconto che le mura, il sottosuolo, le strade riescono ad esprimere e che ne rivelano miti e culti, trasformandola in un polo catalizzatore di genti e costumi.

Nell’antico quartiere di Forcella la tradizione iniziatica pitagorica espande il suo culto nel pieno rispetto dell’altra fortissima presenza del rito misterico che fa di Mithra l’illuminato, senza perdere di vista la colonia di mercanti e marinai egizi insediatasi nel decumano inferiore ed esattamente tra piazza San Domenico Maggiore e l’attuale Largo corpo di Napoli.

Questi Alessandrini, che i napoletani amano chiamare nilesi, si ambientano subito nell’area greca, in particolare tra Porta Ventosa e Vicus Alexandrinus, dando vita a quel quartiere denominato Regio Nilensis.

Spesso la storia si mescola con la leggenda, così antiche tradizioni orali ci raccontano che dalla collinetta di Caponapoli, proprio in questo cardo, scendeva un ruscello che a causa delle piogge diventava tanto copioso da ramificarsi in più rivoli, allo stesso modo del delta del più grande fiume africano, prima di sfociare nel mare, che anticamente penetrava oltre piazza Mercato.

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Rosy Guastafierro

Come scrittrice, blogger e viaggiatrice, vivo seguendo il motto della mia vita: essere creativa e trovare la gioia nelle cose che faccio.

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