L’ottava di Pasqua: una Madonna e le sue galline

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Dopo Pasqua è festa ancora, così recita un vecchio adagio e vedremo, infatti, cosa accade in un paese nell’ampia valle dell’Agro nocerino-sarnese.

Nel XVI secolo, in un cortile della zona, protetto dai monti Lattari, poco lontano dall’antico convento dei padri carmelitani voluto dal conte Zurlo, nella domenica in Albis, delle galline, razzolando, trovano un quadro con l’icona della Madonna del Monte Carmelo.

Mia nonna, originaria dell’area, mi raccontava che in una chiesetta di Tramonti era venerata una tavoletta di legno su cui vi era disegnata la Madonna del Carmelo.

Nottetempo, una voce che sembrava provenire da questa effigie, rivolgendosi al sacrestano, chiese di intercedere presso il canonico affinché rimettesse in sesto la sua dimora; diversamente si sarebbe scelta un altro borgo dove persino le galline l’avrebbero apprezzata!

Il parroco, vecchio e incredulo, fece orecchie da mercante. Una sera di marzo un nubifragio si abbatté sulla zona, trascinando a valle, nel fango, una parte dell’edificio con il prezioso quadro.

Il fiume di mota e detriti arrivò fino a Pagani, nato come villaggio durante l’epoca romana su quella via consolare che collegava Nuceria Alfaterna con Pompei e Stabiae.

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Rosy Guastafierro

Come scrittrice, blogger e viaggiatrice, vivo seguendo il motto della mia vita: essere creativa e trovare la gioia nelle cose che faccio.

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